domenica 4 maggio 2008

Fango&Guano - I Racconti di Black Mountain

(di Bettina Cortonese e Nicky IV Novembre)
Come raccontare una bella giornata di natura? Ecco già ad iniziare così mi sento male....allora la chiamerò "Fango&Guano".
La mattina già inizia bene, partiamo in orario col vecchio orario ovvero se fosse stata un'ora indietro, io arrivo in tutto il mio splendore con la felpa piena di patacche di 5 pranzi fa, ma è tutto biodegradabile e quindi mi sento in piena sintonia con la natura. All'appello ci siamo tutti: Stellina non ha voluto rinunciare ad un leggero trucco, ma dopo si è scoperto che era pagata dalla Max Factor per l'esperimento mascara no limit; l'eugubino già alle 11 aveva fumato l'equivalente in catrame della Salerno-Reggio Calabria; il Dottor Emil Hause, testimonial Vitasnella per la plìn plìn.
La ciurma poi era varia e variegata e non potava mancare il nostro Tiky in versione sfollato approdato in Italia dragando il Tevere da Ostia (lo sai che ti adoro per questo) ed in seguito invece si è rivelato quello attrezzato dei migliori indumenti tecnici.
Con soli 30 minuti di ritardo rispetto al tabellino di viaggio, e con netto disprezzo del prezzo (perdonate il gioco di parole) dei carburanti che continua a salire, ci siamo sistemati comodamente in 7 automobili essendo 14 persone, guida Club Alpino Italiano compresa.
Per strada lo stomaco di Nicky si è esibito in circensi acrobazie salendo e scendendo sull'ipotetico asse delle ordinate del suo corpo predisponendolo al meglio all'esperienza che, a breve, avrebbe fatto.
Al bivio per Monte Nerone la pattuglia guidata, appunto, dalla guida s'é messa in sosta in attesa delle ultime due vetture rallentate da classica coppia di sposi ormai prossimi alle nozze di diamante che, avendo i chiodi nel letto, hanno ben pensato di passeggiare a 30 Km/h lungo la statale fregandosene altamente della colonna d'auto che s'era formata dietro la loro carrozza d'amore.
Giunti poco sotto le salutari antenne RAI, abbiamo svoltato a destra in direzione sciovie poi a sinistra passando davanti la Colonia Don Orione (è quì la battuta che fa rima con? era praticamente scontata...) e, percorrendo un tratto di strada dove è prevista la manutenzione del nastro stradale almeno ogni 100 anni, siamo giunti ad un tornante dove è stato possibile lasciare i mezzi e cominciare la vestizione.
Il cambio d'abbigliamento è stato un episodio degno di una descrizione tipo Fantozzi viste le variopinte soluzioni pensate dai cinghiali & co. Questo il meglio del guardaroba monteneroniano:
  • casco con faro tipo 1000 candele alimentato da centrale termonucleare portatile;
  • vasto assortimento di pollame in caso di lunga ed obbligata permanenza in grotta;
  • botticella da San Bernardo costata due dita durante lo scippo al cane soccorritore Ivan il Terribile III durante una precedente escursione montanara;
  • siero antivipera a tracolla;
  • fiocina con rebbio della forca in acciaio inox 1810 con 7 metri di corda per recupero;
  • tuta mimetica stretta in vita con gigantesca cartucciera da mitragliatrice residuato della seconda guerra mondiale;
  • stivaloni da campo isolati con abbondante strato di nastro adesivo da pacchi;
  • orologio con altimetro;
  • bussola da orienteering avidamente conquistata con la consegna di ben due schede Coop nella stagione 1985-86.
Finito lo svuotamento del guardaroba, la ciurma di giovani ed intraprendenti cinghiali si è mossa emigrando a fatica verso la strada d'accesso alla grotta che si trovava in quota rispetto al lido di sosta dei mezzi cinghiali.
La tremenda pettata che ha atteso il gruppo, privo di riscaldamento, ha dato le prime vittime: Stellina, abituata a raggiungere i luoghi su di un trono portato a spalla da 8 adepti, e Nicky, che stava ancora studiando Cartesio per rimettere a posto il suo stomaco.
Dopo il recupero d'ossigeno di Stellina e l'espulsione via orale di scorie radioattive da parte Nicky, l'avventura grottesca ha potuto avere inizio.
Io come già annunciato, mi sono ritirata dall'escursione in grotta perchè all'apice della mia carriera volevo ritirarmi a Lugano come Mina, così ho preferito limonare con Full ai piedi dell'antennone per stimolare la fertilità di entrambi e poi, se proprio devo strisciare per entrare in un buco, che almeno dentro ci sia un banchetto della porchetta ad attendermi!! Nell'attesa io e Full godiamo del paesaggio è lui fa rapito dall'estasi bucolica: "Senti il rumore del vento tra gli alberi?"; io, di colpo, mi sento invecchiata di 30 anni, come una coppia anziana che non si azzarda più a pericolarsi ma che ora apprezza la bellezza delle cose semplici, alchè rapita da raptus omicida tento di amorevolmente ruzzolarlo giù per il pendio.
Nel frattempo, come vermi nel terreno, i nostri amici cinghiali si divincolavano all'interno dei pertugi della Grotta dei Cinque Laghi, accumulando fango su fango sopra l'abbigliamento già descritto. La prima stanza di una certa rilevanza è chiamata Sala del Guano. Le nostre domande sul perché si chiamasse così hanno presto trovato risposta quando la forte fiaccola che brillava in capo alla nostra guida ha illuminato una macchia nera: il bat-guano, un accessorio che non avevamo ancora mai visto nemmeno nella super attrezzata grotta del noto supereroe Batman.
Scrutando bene quanto illuminato dalla gialla luce si notavano centinaia vermi brulicanti che si stavano cibando dello spesso strato di bat-guano che copriva una consistente parete di un ammasso calcareo. I nostri occhi stavano vedendo la base della catena alimentare della grotta!
L'esperienza è andata avanti con la sosta nell'ultima notevole sala del Ramo Fossile (lì sono state scattate le foto di gruppo interne) dove, ad un certo punto, le luci sono state spente e il silenzio dei partecipanti ha permesso al gruppo di sentire i rumori della grotta.
Il plìn plìn della grotta ha stimolato la diuresi dell'appassionato di Vitasnella mentre la domanda sul perché del fumo grigio-azzurro fosse di continuo di fronte ai nostri occhi ha stimolato la voglia incontenibile di nicotina dell'eugubino che, fosse per lui, avrebbe fumato anche qualche stalagmite. Alcuni raccontano che quest'ultimo, ad un certo punto, ha afferrato uno dei partecipanti per i piedi in quanto, in preda ad un miraggio, ha scambiato la sagoma dell'uomo (o la donna, non si sa) con il lume in testa per una maxi sigaretta accesa e pronta a rilasciare chili e chili di nicotina. Sembra poi che un buon litro d'acqua fresca di grotta in faccia abbia riportato alla real life l'amico di Gubbio.
Abbandonato il Ramo Fossile delle grotte, la comitiva ha raggiunto il Ramo dei Laghi dove i cinghiali hanno avuto modo di appesantire ulteriormente il loro abbigliamento impregandosi d'acqua ad ogni movimento.
Attraversati i laghi, il gruppo ha visto di nuovo la luce raggiungendo l'uscita ed attraversando, in tale occasione, il diaframma più stretto dell'intera grotta e portandosi appresso qualche litro di fresca acqua dei laghi sotterranei dentro gli stivali che aveva, nel frattempo, atrofizzato ed anestetizzato gli arti inferiori degli intrepidi partecipanti.
L'ingresso in uno stretto buco buio, l'intero percorso fra strettoie e invasi di liquido e l'uscita da un altro stretto buco, dal quale però si vedeva la luce, è stato come ripercorrere il cammino della nascita di una vita.
Nel frattempo io e Full, ancora in migrazione esterna, troviamo lo spertugio, ribattezzato Vicolo davvero ma davvero Stretto, dal quale i nostri eroini dovevano uscire. Per me era più probabile in quel momento vedere un cammello passare per la cruna di un ago, ed effettivamente hanno dovuto esibirsi in un saggio degno dei più snodati contorsionisti. Apollo è stato l'unico ad uscire lombricando di schiena e gli abbiamo assegnato il massimo punteggio considerando il coefficiente di difficoltà, mentre Stellina ha conservato intatto il suo makeup: prova mascara no limits superata!
Segue abbuffata nei verdi pascoli neronesi ed escursione alla ricerca della salamandra più viziata del mondo, alla quale dedicheremo prossimamente uno speciale "Vita da Salamandra". Il tutto è stato illustrato dalla nostra eccellente guida dott. Luca Girelli, inteso come persona fisica (l'uomo guida, stavolta, non è uno dei miei soliti amici immaginari).
Infine abbufata ad Apecchio che ora, per motivi di riservatezza, non se posso nominare: chiederò al garante della provacy. So di aver saltato molti aspetti e spero che integriate il suddetto post con racconti personali. Garantiamo l'innominato.
Ecco il link fornito dal nostro gentile chimico aretino per scaricare le foto:

http://picasaweb.google.com/dragohan77/20080501GrottaDei5Laghi?authkey=JI2zePUK95w

2 commenti:

Unknown ha detto...

...biologo please!!!

bettina cortonese ha detto...

uffi, come siete suscettibili voi scienziati ; )

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